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Dove eravamo rimasti?

Vedo ora che non scrivo un articolo da più di un mese, per cui credo sia giunto il momento di scrivere qualcosa, qualunque cosa pur di riempire il vuoto nel cyberspazio del mio sito. Potrei digitare parole a caso come le scimmie dattilografe, ma dubito che alla fine possa uscire qualcosa di sensato. Mi tocca quindi pensare o almeno cercare di tirare fuori un pensiero sensato prima della fine del post che sto scrivendo di getto.  Non sono andato in vacanza come magari qualcuno (per la maggior parte i bot che si iscrivano in autmatico al mio sito) potrebbero aver pensato, ma sto al caldo della mia città a lavorare insieme a delle simpatiche persone ma pur sempre di lavoro si tratta. E speriamo che permanga questo mio stato lavorativoRisatona. Ecco ho scritto qualcosa inerente al mio lavoro e alle persone con cui lavoro, visto che me lo chiedono spesso. Per commenti più approfonditi, con i dettagli su ciascun di loro, sia cose buone che perchè no piccoli difettucci, rimando alla pagina nascosta che è possibile aprire se siete in grado di scovare la password celata in queste righe.

Per il resto il caldo è davvero soffocante e per quanto io non sia un amante dell' aria condizionata in certi momenti ne vorrei un pò solo per qualche minuto non di più; negli anni passati infatti, di questo periodo, al torneo del Novotel di scacchi dove l' aria condizionata era un imperativo, al termine del torneo, dopo una settimana di scontri sulle 64 scacchiere(con risultati invero sempre modesti anche se qualche volta ho strappato qualche premio di fascia) avevo sempre la febbre. Quest' anno invece non hanno organizzato il torneo del Novotel così come da qualche anno non viene più organizzato il torneo estivo di Palazzo Ducale: due tornei internazionali che portavano qualche discreto giocatore in città e permettevano di respirare una bella atmosfera tra coloro che sono accomunati da questa passione comune per gli scacchi. E poi devo dire che chi gioca a scacchi è una persona un pò particolare, sempre pronta a condividere con gli altri, a darsi del tu anche se non ci si conosce per niente, insomma incredibilmente chiunque giochi a scacchi tiene fede in maniera innata al motto della federazione internazionale "gens una sumus". Si è veramente come una grande famiglia.

Be qualcosa ho scritto: spero che abbia un filo logico e che non sia il frutto della calura cittadina!